OZ, the lion sleeps tonight: Simon Adebisi

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Alzi la mano chi non ha mai visto Oz, la bellissima serie carceraria di fine anni ’90 e primi ’00. Che a conoscere solo Prison break son bravi tutti. Dai che si parte.

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Don’t fuck with him

Detenuto nigeriano n° 93A234 della stratosferica serie “Oz” viene arrestato dopo aver ucciso un poliziotto decapitandolo, principalmente ricordato -oltre che per il curioso modo di portare il cappellino- per la quantità smisurata di volte in cui grida, mostrandolo, “voglio che qualcuno mi succhi il cazzo!
(Impossibile dimenticare il piccolo siparietto con la detenuta Shirley Bellinger)
Grande consumatore di tette (eroina) e dotato di forza sovraumana, gira indisturbato per Oz con  il suo famoso cappello, le cuffie appoggiate al collo, una camicia rigorosamente slacciata e due calzini di diverso colore.
Quando due Italiani, Pancamo e Peter Schibetta, tentano di aggredirlo in mensa, al primo fracassa semplicemente il cranio con una latta di passata di pomodoro(!), al secondo gli fa il culo.
Letteralmente.
Meglio la latta in testa, che il cazzo di Adebisi in culo.

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“Ti faccio vedere una cosa che non hai mai visto…”

Per qualche puntata sembra aver acquistato una strana calma interiore, ma quando viene trovato accoltellato un africano da poco arrivato ad Oz e responsabile del suo cambiamento e riconciliazione con il popolo africano, Adebisi impazzisce e torna la bestia che è sempre stata.
E questo grazie anche all’ingresso -momentaneo- del nuovo direttore del Paradiso, il nero Martin Querns che sostituisce il bianco Tim McManus.
Querns in cambio della promessa, da parte di Adebisi, di tenere sotto controllo la violenza ad Oz, lascia al nostro eroe carta bianca all’interno del proprio acquario chiudendo un occhio, e a volte entrambi, sulle festicciole a suon di tette, riprese video e ladyboy che Simon organizza con i suoi fratelli.
Poche settimane in questo stato e Adebisi diventa una sorta di reietto, avendo soddisfatto tutte le sue voglie e sapendo, o meglio, avendo realizzato, di dover passare tutta la vita in carcere molla ogni freno inibitorio e si rassegna al famoso detto “meglio sovrani all’inferno che servi in paradiso”.

Muore divenendo leggenda il 30 Agosto del 2000, alla fine dell’ottava puntata, nella quarta stagione, per mano dell’ imam Kareem Said.

  1. Compatibilità con il Cap. Quint: sopra la media, quando si è costantemente fatti di eroina si tende ad essere abbastanza mansueti.
  2. Motivo del reclutamento: le taverne vicino ai porti non sono sempre frequentate da gentiluomini, meglio avere a bordo qualcuno in grado di smontare un corpo umano senza troppa fatica.
  3. Ruolo a bordo: drug dealer
  4. Giro di chiglia: questo è stato ad Oz, il giro di chiglia gli fa una sega

Ipse dixit: “siamo tutti cattivi qui dentro, ecco l’unica cosa che abbiamo in comune”

Addio Adebisi anche se  probabilmente mi avresti inculato a sangue, voglio dirtelo lo stesso:
Ti ho voluto bene.

Scacco (al) matto: Rober James Fisher

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Genio e sregolatezza.
Mai come in questo caso queste due parole sono riuscite perfettamente a descrivere l’immenso, stratosferico, granitico, indistruttibile personaggio a cui sento di dover questo blogosferico tributo.
Robert James Fisher aka Bobby Fisher, classe ’43il più grande scacchista mai esistito e unico americano di nascita ad aver conquistato il titolo di campione del mondo, interrompendo -in piena guerra fredda- l’egemonia della Madre Russia in ambito scacchistico.

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Fischer qualche anno prima di impazzire e diventare così, uno dei miei idoli assoluti

Persona dotata di un enorme intelligenza e rapidità di calcolo -dopo la quinta mossa si creano qualcosa come 300’000 possibili combinazioni- viene anche ricordato per il suo carattere estremamente ribelle, per la sua misantropia paranoica che lo ha accompagnato negli ultimi anni di vita e per un senso di integrità morale da far impallidire un frate.
Tra il Luglio e l’Agosto del ’72 Fischer si trova, grazie una serie di vittorie senza precedenti nei campionati americani, a concorrere con il russo Spasskij per il titolo di campione del mondo.
Questo incontro venne definito dai media dell’epoca come l’incontro del secolo oltre che per la caratura dei personaggi, anche e soprattutto, per la valenza propagandistica che l’evento si portava dietro.
Durante le fasi dell’incontro Fischer mise a dura prova la pazienza degli organizzatori richiedendo, e ottenendole sempre, le più disparate condizioni di gioco, come l’impedire alle donne presenti al match di camminare con le scarpe con i tacchi o proibendo la vendita di caramelle perchè il rumore al momento dello scartarle lo deconcentrava e innervosiva.
Arrivò persino a richiedere lo smontamento della sua poltrona da gioco, fornita dagli organizzatori su sua precisa scelta, per paura che contenesse qualche ingranaggio o leva in grado di distrarlo.
Dopo un inizio difficile, dovuto più che altro alle sue bizzarrie, vinse con uno schiacciante 12,5 a 8,5 e Spasskij e tutta la Russia dovettero inchinarsi al nuovo campione del mondo americano.
Dopo questa vittoria Fisher divenne una celebrità mondiale ricercata da show televisivi e sponsor, ma lui per effetto contrario si isolò dal resto del mondo non concedendo più interviste a nessuno.
Si dice che un noto marchio distributore di latte gli propose di sponsorizzare i loro prodotti sotto generoso compenso di 1,5 milioni di dollari, ma che lui declinò l’offerta rispondendo semplicemente: “Signori, ma io non posso sponsorizzare il vostro latte, il mio preferito è di un’altra marca.”
O sei pazzo o hai due palle così.
Probabilmente tutte e due.

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Sir Bobby Fischer

Nel 1975 si rifiutò di difendere il titolo contro lo sfidante Karpov sempre per via di alcune sue richieste non soddisfatte, perdendo il trono degli scacchi e finendo definitivamente nell’oblio.
Per quasi 20 anni non si hanno sue notizie e nessuno sa dove si trovi.
Ma come la fenice che risorge dalle proprie ceneri anche Bobby, con una mossa ad effetto delle sue, torna ad essere al centro dell’attenzione pubblica accettando di concedere la rivincita in Jugoslavia -che a quei tempi subiva un duro embargo dall’O.N.U.- , esattamente 20 anni dopo, siamo nel ’92, al russo Spasskij.
Gli Stati Uniti gli proibiscono di partecipare al match -in quanto l’embargo comprende anche sanzioni sportive- spedendogli un telegramma ufficiale dal Dipartimento di Stato.
Ed è qui che Fischer arriva al suo massimo punto di irriverenza ed anarchia, compiendo un gesto di tale ribellione che quasi commuove:

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Sputare su comunicati ufficiali del Dipartimento di Stato americano: check

Vince e viene incriminato dagli Stati Uniti, dove non potrà più mettere piede da uomo libero.
Sparisce di nuovo nel nulla, salvo piccole e sporadiche incursioni radiofoniche dove, invitato per parlare di scacchi, finisce sempre con lanciare deliranti invettive contro una sorta di complotto mondiale ordito ai suoi danni.
Nel 2004 viene arrestato a Tokyo, sotto ordine degli Stati Uniti, per la famosa rivincita in terra slava e per il ancor più famoso sputo su telegramma in conferenza stampa.
Pochi mesi e viene rilasciato.
Si trasferisce in Islanda dove visse nel più completo isolamento fino al giorno della sua morte.
Non giocò mai più a scacchi, almeno ufficialmente.

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Muore divenendo leggenda il 17 Gennaio del 2008, in Islanda, a causa di un’insufficienza renale, nella città dove vinse il famigerato match del secolo.

  1. Compatibilità con il Cap. Quint: inesistente, Fischer non è compatibile con nessun essere umano. A parte lui stesso.
  2. Motivo del reclutamento: far sentire gli altri normali.
  3. Ruolo a bordo: sociopatico
  4. Giro di chiglia: probabile, ma non gliene frega un cazzo.

Ipse Dixit: “Mi piacciono Hitler, i kamikaze e le ragazze con le tette grosse”

Ciao Bobby sputaci a tutti, da lassù.

Trappola di cristallo, il villain senza orgoglio: Hans Gruber

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Oggi invece ci occupiamo di un villain anomalo per un film d’azione difatti, se ci pensate bene, è difficile trovarne un altro con le caratteristiche del buon Hans Gruber: elegante, colto, calmo e con una totale mancanza di orgoglio personale che in un film degli anni ’80 non s’era mai vista. Parlo ovviamente della scena in cui McClane, mentre vaga nella stanza con gli enormi server del palazzo Nakatomi, incontra casualmente un disarmato Hans che, con indubbia intelligenza e fregandosene, per l’appunto, del suo orgoglio non ci pensa due volte dal fare la figura dell’ostaggio terrorizzato in fuga dal commando che ha appena sequestrato i dipendenti del grattacielo.

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Orgoglio -1

Fratello di Simon, un altro terrorista che ritroveremo nel 3° capitolo della saga, ci viene presentato, più che come un semplice terrorista, come un uomo da affari appassionato di musica classica e filosofia. Il suo piano, per quanto semplice, è geniale: fare irruzione all’interno del Nakatomi, prendere in ostaggio tutti (tranne uno scalzo e con la canottiera che cambia colore) e gettare fumo negli occhi alle forze di polizia chiedendo di liberare, in varie prigioni nel mondo, alcuni “fratelli della rivoluzione” . In realtà, come presto scopriamo, i suoi fini sono molto più pratici: impossessarsi delle azioni al portatore della compagnia nascoste nel bunker dell’edificio.

Hans fail

L’importante non è la caduta, ma l’atterraggio

Muore divenendo budino cadendo da uno degli ultimi piani dell’edificio. Suo fratello Simon non prenderà benissimo la cosa.

  1. Compatibilità con il Cap. Quint: molto bassa: cravatte, musica classica e filosofia non sono cose che incontrano il gusto di Quint.
  2. Motivo del reclutamento: una mente brillante e diabolica fa sempre comodo averla a disposizione.
  3. Ruolo a bordo: dirottatore
  4. Giro di chiglia: improbabile, troppo intelligente per fare qualche cazzata che possa far arrabbiare Quint.

Ipse dixit: “E quando Alessandro vide l’ampiezza dei suoi domini pianse, perché non c’erano più mondi da conquistare.”

Ciao Hans, magari la prossima volta non sottovalutare un cowboy

 

Aliens,essere quasi al congedo ma morire su un sasso: William Hudson

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Altra figura leggendaria da tramandare ai posteri è sicuramente il soldato Hudson che, come tutti i marines della fanteria dello spazio, è equipaggiato con un armatura strafica ed un mitragliatore ad impulsi che se lo avevo nelle partite on-line di Call of duty combinavo un casino che metà bastava. Quello che lo differenzia dagli altri suoi compagni di battaglione è la facile propensione all’insubordinazione, all’isterismo e al piagnisteo. Soprattutto quando le cose cominciano ad andare MALISSIMO.

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Avere la situazione sotto controllo

Facente parte, nell’anno del signore 2179, del 2° battaglione Bravo Team viene spedito dalla malvagia corporazione Weyland, assieme ad un manipolo di marines, sulla colonia LV-426 per investigare sulla “misteriosa” sparizione di qualsiasi segnale radio proveniente dalla stessa. Sprovvisto di ogni virtù necessaria per compiere un’operazione che implica lo scontro con mostri spaziali lo si ricorda maggiormente per la sua assoluta incapacità di rimanere serio o mantenere il sangue freddo in situazioni che prevedano la morte di lì a pochi minuti. Arriverà anche a suggerire di dare il comando a Newt -la bambina a cui Ripley fa da mamma surrogata- dato che senza armi è riuscita a sopravvivere per diversi giorni nascondendosi in piccoli anfratti dove gli xenomorfi non riescono ad entrare, mentre loro, i marines, armati e preparati per “la caccia all’insetto” stanno morendo come mosche.

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Badass

Muore lasciando il mondo un posto un po’ più triste risucchiato da una grata da uno xenomorfo incazzatissimo mentre le sue urla strazianti e le sue richieste di aiuto a Hicks si perdono nella confusione degli spari generali.

  1. Compatibilità con il Cap Quint: bassissima, rischia di venire gettato in mare ancora prima di lasciare il porto.
  2. Motivo del reclutamento: fare incazzare tutti a bordo.
  3. Ruolo a bordo: artigliere in seconda.
  4. Giro di chiglia: altamente probabile.

Ipse dixit: È fatta, gente! Fine partita, fine partita!”

 

 

Terminator, viaggiare nel tempo per ingravidare la mamma di un tuo superiore: Kyle Reese

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Riprendiamo il discorso delle morti eccellenti in ambito cinematografico per occuparci oggi di una vera e propria icona degli anni ’80: Kyle Reese. Amico di John Coonor -che gli ha salvato la vita quando era bambino, come ci viene raccontato in Terminator Salvation- viene scelto per tornare indietro nel 1984, salvare Sarah Connor, combattere contro la più incredibile macchina di morte mai esistita e, incidentalmente, salvare il futuro dell’umanità.

Eroe

Eroe

Ci Viene presentato nudo ad inizio film, sperduto in una città che non conosce e in un Tempo che non gli appartiene, risolve tutto rubando i jeans ad un barbone in un vicolo e calzando a favore di telecamera delle bellissime Nike Vandal nere. Dotato di sorprendenti capacità di sopravvivenza, utilizzo di armi e costruzione di ordigni esplosivi viene principalmente ricordato per la totale devozione con cui prende in carico la sua missione, conscio del fatto di essere ai fini della causa assolutamente sacrificabile. Per tutta la durata del film non fa altro che correre, sparare e descrivere l’imminente apocalisse robotica che attende il mondo. Ovviamente nessuno gli crede, anche Sarah all’inizio pare un po’ scettica nell’apprendere che c’è un cyborg con le sembianze di una divinità greca che le da la caccia in quanto futura madre del capo dei ribelli nel futuro. Mi pare Ovvio che la Connor si senta alquanto frustrata e anche abbastanza incazzata per il peso che le grava addosso, in quanto non proprio scelto da lei. Che poi c’è sempre stato questo discorso affascinante dei paradossi temporali, di cui il film è imballato pieno, che hanno aiutato il film, insieme alla furia assassina con cui è girato, a renderlo il capolavoro che è. Questi paradossi temporali, come tutti i paradossi temporali che si rispettino nei film con i viaggi nel tempo sono tanto belli quanto irrisolvibili. Mi spiego: Se Skynet non avesse mandato il T-800 indietro nel tempo neanche la resistenza avrebbe fatto lo stesso con Reese e quindi John Connor non sarebbe mai nato o ancora, se Sarah non avesse dovuto affrontare il cyborg assassino non si sarebbe trasformata nella guerriera che vediamo nel 2° capitolo pronta ad istruire suo figlio su come si diventa un leader e la foto che Sarah si fa scattare alla fine del film dal bambino alla stazione di benzina, sarebbe esistita se gli eventi della sua vita non fossero stati modificati dall’intervento di Skynet? Lo so, si rischia di andarsene ai pazzi al solo pensiero…

Reese non riesce ad eliminare definitivamente il Terminator, ma offre a Sarah le motivazioni necessarie per affrontare la macchina e con un ultimo gesto di coraggio estremo impianta nel costato del cyborg un candelotto di dinamite artigianale che gli disintegra la parte inferiore ma lo coinvolge nell’esplosione uccidendolo sul colpo.

lassù con i migliori

Muore divenendo leggenda in una buia notte di Maggio all’interno di una fabbrica industriale, nessuna notizia su che fine abbia fatto il corpo.

  1. Compatibilità con il Cap. Quint: Direi ottima, in quanto soldato è perfettamente in grado di obbedire agli ordini senza farsi troppe domande.
  2. Motivo del reclutamento: grandi abilità nello scontro corpo a corpo e nell’utilizzo di armi.
  3. Ruolo a bordo: artigliere.
  4. Giro di chiglia: improbabile, a meno che non si metta a parlare di viaggi nel tempo e cyborg assassini che Quint è un uomo di sostanza e non ama i paradossi.

Ipse dixit: ” Ho attraversato il tempo per te, Sarah. Ti amo. Ti amo da sempre.”

Ciao Kyle, insegna agli angeli a terminare

 

 

Hook, Capitan Uncino: Nessuno pensa ai bambini, Rufio

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Oggi ci occupiamo del Piccolo Badass per eccellenza: il simpaticisssssssimo Rufio, capo dei Bimbi Sperduti e, per buona parte della pellicola, vero e proprio antagonista di Peter Pan. Fin dalla sua prima apparizione ci accorgiamo di come questa sorta di bambino punk che sembra ottenuto su un mix tra Sid Vicious e Cochise -il nero de I guerrieri della notte-, sia la perfetta sintesi di quello che buona parte di noi, quando era alto così, voleva essere/fare nella vita di tutti i giorni:

  • avventure
  • vivere sugli alberi
  • fare il cazzo che ti pare quando ti pare
  • avventure
  • venire osannato da tutti
  • ciclopiche guerre con il cibo finto ma VERO
  • avventure
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Fare il cazzo che ti pare quando ti pare

Leader carismatico, idolatrato come una divinità, eccelle nelle arti belliche con la spada ed è in possesso di una discreta agilità fisica, come dimostrato nella sua 1°, pacatissima, entrata in scena. Dopo un’iniziale malfidenza verso Peter, colpevole di essere vecchio e noioso e, soprattutto, potenziale nuovo Capo della cumpa, il nostro piccolo Rufio fa quello che fanno tutti i personaggi come lui, ovvero: prima ti odio, poi ti sfotto, poi ti apprezzo, poi ti odio ancora un po’ ed, infine, ti ammiro e ti voglio bene. Tutto giusto e tutto bello, noi siam contenti della sua “redenzione”, i Bimbi Sperduti non son più sperduti e Rufio, povera stella, ha imparato che non tutti gli adulti fanno schifo come la merda. Applausi, pacche sulle spalle e giù il sipario, se non fosse che: A) alla fine del film manca quasi ancora un’ora e B) Uncino c’ha una scimmia di vendetta come non se ne vedeva dal 1987.

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IL 1987

Nell’assalto finale, come ci si aspetta che si comporti un Piccolo Badass come lui, guida la carica dei suoi e senza aspettare l’arrivo di Peter si lancia in un -discreto- duello spadaccino contro Uncino (AH-HA). Il tutto mentre attorno infuria la battaglia meno violenta della Storia ma dove c’è un continuo susseguirsi di idee geniali  -magari un po’ naif- che hanno il pregio assoluto di frullare insieme Indiani D’America e piccole derive steampunk. GODURIA.

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Naif

Muore prematuramente l’8 Dicembre 1991 per mano di Capitano Uncino che lo trafigge al petto senza fargli versare manco una goccia di sangue.

  1. Compatibilità con il Cap. Quint: mediamente buona, il Capitano premia spesso l’audacia e un po’ di sana strafottenza, ancor di più se giustificata dalla giovane età.
  2. Motivo del reclutamento: essendo vestito come una rock star potrebbe intrattenere l’equipaggio cantando e ballando nei momenti di calma.
  3. Ruolo a bordo: sarà anche stato il Capo Dei Bimbi Sperduti ma qui è un quasi Signor Nessuno, meglio abbassare subito la cresta: mozzo.
  4. Giro di chiglia: improbabile, ma facciamo poco i pagliaccetti.

Ipse Dixit: “I grandi son tutti pirati, noi li uccidiamo i pirati!”

Ciao Rufio, spero non ti offenderai, ma adesso il tuo super uber skateboard fichissimo a vela lo prendo IO.

Armageddon: Gente che salva il Mondo, Harry S. Stamper

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Era il 1998 quando fummo avvertiti che un enorme asteroide delle dimensioni nientedimeno che del fottuto Texas stava per cascarci sul faccione. Senza farci prendere dal panico decidemmo che la cosa più giusta fosse quella di reclutare una banda di animali antropomorfi operanti nel settore delle trivellazioni petrolifere e spedirli a groppa di asteroide per tentare di trivellarlo e piazzarvici una carica nucleare al suo interno. Non prima però di farla capitanare, incidentalmente, a Bruce fucking Willis.

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E ti ho detto tutto

Harry Stamper, maschio caucasico, trivellatore da 3 generazioni, è l’uomo a cui noi tutti dobbiamo la vita, è bene sempre ricordarlo. Fosse per me ci sarebbe una statua commemorativa in ogni piazza del Mondo, ma purtroppo il male è ovunque e di questo suo sacrificio, dopo soli 17 anni, non resta che un lieve sfuocato ricordo. Ci viene presentato mentre scaglia palline da golf contro degli attivisti di Greenpeace -fanculo il politically correct- che protestano contro la “sua” piattaforma di trivellazione e capiamo da subito con chi abbiamo a che fare: “non manco mai il mio obiettivo“. Fortunatamente, aggiungerei.

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Sì, questa scena è al rallentatore

Padre di una figa astrale bellissima ragazza del cui nome non ce ne frega nulla, non vede di buon occhio A.J. il di lei fidanzato -che fa parte del suo team di scavatori- perchè troppo impulsivo e testardo e, soprattutto, convinto che la figlia possa aspirare a qualcosa di meglio di un semplice trivellatore, tipo magari il miglior regista americano del momento. Uomo di grande esperienza viene venerato dalla sua squadra come un Dio ed è a lui che si chiede il colpo di genio quando le cose cominceranno, per forza di cose, ad andare maluccio. Dove per maluccio si intende un corpo celeste che sembra senziente e pulsare di vita propria, Shuttle che atterrano dove non dovrebbero, punte da trivellazione fuse dalla crosta dell’asteroide e un generale clima di pazzia che si diffonde tra i membri dell’equipaggio alle prime morti violente.

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Alla voce: accuratezza scientifica

Per tutta una serie di motivi che vanno dal “c’è scritto nella sceneggiatura, ‘zzo vuoi?!” al “stranamente il timer per la detonazione della bomba NON va e c’è bisogno che qualcuno lo faccia manualmente” il nostro gruppo di eroi, decimato da sfiga e tempeste di detriti, si ritrova nella condizione di dover scegliere chi avrà il privilegio di farsi esplodere sull’asteroide Dotty. Si opta quindi per il democratico sistema del chi pesca il legnetto corto lo prende al culo. Vince A.J. che pianta subito un broncio da bimbo castigato, pregustando l’orribile morte a cui andrà incontro tra pochi minuti. Ma non è il suo turno di passare alla Storia, è il turno di Harry che fingendo di accompagnarlo strappa il tubo dell’ossigeno di A.J. e lo rispedice nella capsula di decompressione salutandolo con un semplice e incisivo “tocca a me, adesso“.

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Un cugino di Harry

A.J. è in lacrime, noi siamo col petto gonfio di ammirazione verso un uomo così dannatamente coraggioso, il Colonnello Truman di lì a poco avrà uno dei durelli più topici della sua vita e l’umanità è -quasi- salva. Parte un collegamento video dove Harry saluta la figlia e le dice tutte quelle bazze lì che si dicono in queste occasioni un po’ speciali e la commozione, che fine a quel punto avevamo trattenuto stoicamente, esplode dirompente come ai tempi della mamma di Bambi, facendoci versare lacrime in un misto di dolore e orgoglio nazionalpopolare. Harry nel frattempo -essendo uno che non manca mai il suo obbiettivo- dopo non poche difficoltà, riesce a detonare l’ordigno e consegna le sue spoglie mortali -o i frammenti che ne rimangono- all’oblio del Cosmo profondo.

Applausi, lacrime, abbracci e frasi grosse tipo:

Posso avere l’onore di stringere la mano alla figlia dell’uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto? -Col. Truman

Muore divenendo leggenda il 1 Luglio del 1998 per esplosione termonucleare, provocata dalla voglia di un giovane sceneggiatore di ricordarci il tipo di uomo che non saremo mai. Nessuna statua è mai stata eretta in suo onore.

  1. Compatibilità con il Cap. Quint: mediamente buona. Harry è uno capace di stare al suo posto e di eseguire senza farsi troppe domande quello che gli viene ordinato.
  2. Motivo del reclutamento: leader nato, propensione al sacrificio, grande coraggio e una spiccata attitudine nel muovere le mani in faccia alla gente più alta della media.
  3. Ruolo a bordo: Luogotenente
  4. Giro di chiglia: altamente improbabile

Ipse Dixit: “Gli Stati Uniti ci hanno chiesto se vogliamo salvare il Mondo, qualcuno vuole dire no?”

Ciao Harry, vinciamo noi

Rocky: Vecchi bastardi, Michey Goldmill

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Iniziamo l’arruolamento per L’Orca con un personaggio di quelli che difficilmente si dimenticano: l’iracondo allenatore di Rocky, Mickey. Inutile stare tanto a girarci attorno, in soli 3 film questo strambo individuo con il fisico di un criceto malato e la presenza scenica di due Daniel Day Lewis riesce a divorarsi il film ogni volta che entra in scena, con le sue sfuriate al limite del sopportabile verso un Rocky tanto forte sul ring quanto passivo e vulnerabile nella vita quotidiana.

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Che t’aspettavi, una merendina?!

Classe 1905 viene ricordato soprattutto per i suoi modi spicci e anticonvezionali che rifuggono da qualsiasi “aiuto” tecnologico (Avranno preso spunto da lui per Noritaka?) e lo portano a fare suo l’antico credo “Se non fa male non sta funzionando”. E quindi via di mani legate dietro la schiena, cordine legate fra le caviglie, uova bevute crude alle 4 del mattino, estenuanti corse agli orari più improbabili e, chiaramente, inseguimenti di galline velocissime.

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Vincere tutto

Anche lui pugile di discreto valore, ma mai potuto arrivare ai vertici per il fisico da ragnetto di cui sopra, vede in Rocky la possibilità di crescere un talento giovane e puro -nel senso non ancora contaminato dal mondo esterno- e, in maniera anche un po’ egoistica, la sfida che ogni allenatore di pugilato vorrebbe affrontare: allenare lo sfidante del Campione Del Mondo Dei Pesi Massimi. Durello per Mickey a 71 anni suonati.

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Tirami il dito!

Interpretato dal meraviglioso Burgess Meredith -a cui si devono la postura volutamente ingobbita e l’andatura claudicante- è e resterà per sempre uno dei migliori character mai partoriti dalla penna di uno sceneggiatore.

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Muore divenendo leggenda il 22 Agosto 1981 per un attacco di cuore a seguito della rissa generata da quel mentecatto di James “Clubber” Lang provocando, a memoria d’uomo, la scena più straziante del Cinema tutto.

  1. Compatibilità con il Cap. Quint: bassissima, probabilmente si manderebbero a fare in culo dopo 3 minuti. Si odierebbero certamente, ma di quell’odio virile che solo pochi uomi si possono permettere.
  2. Motivo del reclutamento: uomo saggio e genuino, instancabile motivatore e oculista, all’occorrenza.
  3. Ruolo a bordo: Ufficiale D’artiglieria
  4. Giro di chiglia: probabile

Ipse Dixit:Devi mangiare fulmini e cacare saette, ti dovranno fermare con i lacrimogeni!

Ciao Mickey, sei stato l’allenatore che non ho mai avuto e che difficilmente avrei potuto sopportare. Insegna agli angeli a ringhiare

Ci serve un blog piu grosso

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Buongiorno amici!

Sentivate la mancanza di un altro blog che parla sostanzialmente di cinema? Cercavate qualcosa per distrarvi mentre siete in ufficio a pigiare forte i tasti del pc? Se la risposta è sì seguitemi con fiducia, ne vedrete delle belle. Se siete delle brutte persone e avete risposto no venite qua, abbracciamoci e amici come prima.

Si direbbero delle mani grandi e forti, non vi sembra?